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Considerazioni sullo stato dell'economia.

   Domenica, 17 marzo 2019.
   Prendo spunto ancora una volta, da un "fortune" che spunta ammiccante sulla console. Non so se l'ho già detto, ma credo fermamente che niente ci accade per caso. Penso piuttosto che quello che accade, come minimo, ci vuole fare pensare.

   The cost of living is going up, and the chance of living is going down.

   Il costo della vita sale, e le opportunità di vita scendono.

   È sotto gli occhi di tutti la tremenda crisi economica che ci attanaglia tutti: non solo i nostri piccoli esercizi sono disertati dai clienti, ma lo sono anche i grandi supermercati: sabato, all'ora di punta, in un grande magazzino del mio paese, la cassiera è intenta a lavare il nastro scorrevole e il banco cassa. Nessuna coda alle poche casse aperte, laddove, soltanto qualche anno fa, le casse aperte erano quattro volte tanto e si doveva aspettare decine di minuti per raggiungere l'uscita.
   Mi sembra evidente l'equazione meno clienti = meno soldi. Persino un bambino sarebbe in grado di capirlo. I bambini, ma non i politici!
   I politici delle amministrazioni locali concedono autorizzazioni per ulteriori aperture di nuovi centri commerciali, con la scusa dei posti di lavoro, quando è ormai evidente che, per ogni posto di lavoro creato in quel modo assurdo, se ne perdono una decina fra i piccoli lavoratori autonomi del commercio al dettaglio: gente a cui piace il proprio lavoro, che parla e stringe amicizie con la clientela, di cui diviene confidente e consigliere.
   E mentre succede questa tragedia, altri politici seduti su sedie maggiormente ambite, si preoccupano di obbligare tutti alla fatturazione elettronica, con la scusa di eliminare il cartaceo e salvare le foreste.
   Complimenti: davvero un pensiero ecologico encomiabile. Peccato che, dall'inizio di questa non ultima follia ecologica, non siamo mai stati costretti a consumare così tanta carta!
   Prima c'era la fattura di carta e su quella si apponeva timbro e data per registrarla e conservarla a testimonianza dell'acquisto fatto.
   Adesso il fornitore arriva con la merce e quel foglio lo deve avere comunque: mica può consegnarci la merce senza documenti! Ma quel foglio non è più valido ai fini fiscali.
   Quello valido è solo quello elettronico.
   Quello elettronico si trova sul sistema di interscambio in formato XML.

   Almeno, DOVREBBE essere in formato XML.

   Ma, in realtà, come vedremo, non sempre è così.
   Di questo arriva una segnalazione tramite posta elettronica certificata.
   Attenzione:
   ho detto segnalazione, non la fattura in formato elettronico. Perlomeno non sempre. Ma qualche volta, raramente (posso a marzo azzardare una statistica del 10%), va detto, arriva anche la fattura elettronica già in questa fase. Nel restante 90% dei casi, arriva solo la segnalazione di fattura emessa. Meta-dati, li chiamano, dai quali non si capisce chi ti manda e che cosa ti manda.
   Quindi, vivendo in questo paese da sessantacinque anni e sapendo per esperienza che è meglio cautelarsi perché non si sa mai cosa potrebbero inventarsi i politici e burocrati di questo paese delle banane, meglio stamparsi quella mail!
   E fanno due fogli di carta!
   Dalla segnalazione si evince che da qualche parte c'è la nostra ambita fattura ed occorre mettersi in moto per cercare di averla: alla tenuta della contabilità siamo obbligati.
   Dunque bisogna collegarsi al sito dell'Agenzia delle Entrate per cercare e scaricare le fatture elettroniche che i fornitori ci mandano. Per fare questo occorre autenticarsi, ossia fare in modo che la nostra identità sia riconosciuta. Per farlo ho usato SPID. Come accedi scopri che i fornitori di identità preferirebbero che ci si autenticasse con una App (adesso sono di moda le App, per fare tutto dal telefono!). Ma stiamo parlando di contabilità quindi siamo necessitati ad usare il PC. Proprio perché sei tu, ti mandano un SMS con PIN per accedere. Ma, dopo un po' di volte che accedi, il fornitore di SPID ti fa sapere che puoi autenticarti con SMS solo otto volte a trimestre! Se si hanno tante fatture fornitori, come nel caso di attività come la mia, otto volte a trimestre è pochissimo, insufficiente, Per di più la tenuta dei libri contabili è obbligatoria: non fornite un servizio se vi pesa fornirlo!
    Sul sito dell'Agenzia delle Entrate esiste la tabella delle fatture ricevute. Nemmeno lì si capisce di che fattura si tratta e di chi sia.
   Va detto innanzitutto, che il file XML è un contenitore dei dati della fattura. Ma per vederla, questa benedetta fattura, e leggerla, e registrarla negli appositi registri, come nostro obbligo contabile, abbiamo bisogno di mettere nero su bianco, di stamparla: da questo si capisce che la scusa del risparmio di carta era una balla colossale! Per produrre un file PDF da un file XML che sia in chiaro, occorre un software che lo faccia per noi. Esistono principalmente due vie:

  1.    il metodo del foglio di stile XSLT, che dà al processore indicazioni su come scrivere i TAG della nostra fattura XML;
  2.    disporre di o crearlo, un software, un programma, nel linguaggio che preferiamo, che faccia lo stesso lavoro di cui al punto precedente: dire al processore come scrivere le cose. Meglio fare un esempio pratico. Il "Cedente Prestatore" (colui che emette la fattura), va scritto in alto a sinistra. Il "Cessionario Committente" (noi che riceviamo la fattura), va scritto in alto a destra. I dati generali della fattura li scriviamo al centro tra i due precedenti, and so on...

Esistono molti modi per fare tutto questo, sempre a patto di avere un XML in chiaro, cosa che non succede quasi mai. Ad oggi ho scaricato un solo file.xml dal sito AE che lo era. Tutti gli altri sono "sporchi", come vi mostro fra poco. Vi dico come faccio io. Uso il linguaggio di programmazione PHP (potremmo usare C++, Java, quello che preferiamo, che nel mio caso è il PHP appunto), che legge l'XML e lo trasforma in una pagina HTML, proprio come qualsiasi pagina che visitate nella rete web. Infine esiste un programma, nel mio caso che opero con sistema operativo Linux, che si chiama wkhtmltox che potete scaricare open source, il quale vi stampa il vostro PDF partendo dalla pagina HTML. Lo so che sembra tutto molto complicato e lo è, ma non è colpa mia! Nella maggior parte dei casi, la fattura elettronica, che dovrebbe essere in formato XML, si presenta come nell'immagine a destra, vale a dire "infettata" dai virali caratteri strani che compaiono fin dalla prima riga. Ossia, in altre parole inutilizzabile come file XML!
    Allora all'utente contribuente co-obbligato, si presentano quattro vie, tutte molto costose o in termini di tempo o in termini di denaro, in ogni caso:

  1.    Pagare qualcuno che faccia il lavoro al posto suo;
  2.    Comprare un software da chi ha prodotto una cacca simile, per poterla rendere intelleggibile;
  3.    Chi come me si intende un pochino di informatica e programmazione, deve mettersi con santa pazienza e ripulire quel file a destra dalla cacca volutamete immessa per renderlo un file XML pulito ed utilizzabile da qualsiasi linguaggio di programmazione.
  4.    Stampare il "PDF" direttamente dal sito dell'Agenzia delle Entrate.

   Questa ultima via sembrerebbe la più ovvia e la più semplice da attuare. Se non che, una fattura normale, di poche righe, richiede minimo un paio di facciate formato A4, mentre una fattura riepilogativa delle consegne giornaliere mensili potrebbe richiedere dalle dodici alle sedici pagine di stampa. Meno male che con la fatturazione elettronica si faceva ecologia!
   Ora esaminiamo l'immagine sopra a destra. Il nostro file XML in chiaro inizia con il TAG:
   <?xml version="1.0?>
   Se vogliamo ottenere il nostro file XML pulito, poiché l'immagine dell'editor a destra ci dice che "il file è aperto in sola lettura", non possiamo togliere quello che è di troppo, ma copiare quello che è buono, da quel TAG appena citato, fino a:
   "</FatturaElettronica>" dell'immagina sinistra.
   Quanto copiato da lì a là deve essere salvato in un nuovo file, che salveremo con lo stesso nome del file che abbiamo scaricato dal sito AE, meno il punto e le tre lettere finali del file.
   Faccio un esempio in modo che sia maggiormente chiaro:
   Generalmente il file scaricato ha un nome di questo formato "IT07007710010_0rnkf.xml.p7m".
   Noi dobbiamo salvarlo come "IT07007710010_0rnkf.xml".
   Abbiamo semplicemente tolto dal nome file il ".p7m".

   Purtroppo però non abbiamo ancora finito!

   Ma non prendetevela con me: io sto soltanto spiegando come faccio per avere la fattura elettronica. Prendetevela con i burocrati che hanno immaginato questo sistema per complicarci la vita, non certo per arginare l'evasione fiscale come ci propinano. Chi vuole evadere, le fatture non le emette proprio, elettroniche o cartacee che siano!
    Altre "cacchette" sono state sparse in giro per il file, talvolta nel bel mezzo di una parola che compone il TAG: è proprio da questo fatto che si capisce che tutto questo è stato fatto apposta dai produttori di software per indurci a chiedere loro di risolvere il problema: venderci, ma loro preferiscono "noleggiare", così saremo costretti a versare loro la tangente vita natural durante, il software per rendere intelleggibile la fattura.
   In questo mondo basato sul denaro e sull'abuso di potere questo fatto non mi stupisce più di tanto. Quello che comprendo un po' meno è che lo Stato abbia prestato il fianco a questo abuso di potere.
   Se la legge ha stabilito XML, tale doveva essere in chiaro per tutti quanti!

   Torniamo alla procedura di pulizia.
   Se si dispone di un "editor" di testo Linux come "kwrite", esso è in grado di visualizzare i file in base all'estensione del nome (".xml" = file.xml). In questo modo l'editor analizza il file, scrivendo in grassetto i TAG e normale il resto che sta dentro il TAG. Ma fa ancora di più: evidenzia le anomalie, le suddette cacchette (ho fatto anche la rima!), in colore rosso. Scorrendo il file molto lentamente potremmo individuarle. Individuatane una, possiamo selezionarla e dire all'editor di sostituire la selezione con "nessun carattere" e di solito ne trova una decina ed il file dovrebbe essere a posto. Se ancora ci fosse errore, ossia non emerge la fattura, potrebbe aiutarci l'error_log del nostro server a individuarli indicandoci la riga nel file XML dove si trova l'errore. Ho notato che per ogni fattura elettronica, queste ultime cacchette sono dell'ordine della decina.
   Una volta ottenuto il file XML pulito, lo sposto sul mio server locale linux, che deve essere attivo, come lo è sul mio PC. Spiegarvi come attivare il server sul vostro PC esula dall'argomento del presente articolo, ma sono sicuro che troverete in rete tutto quanto serve.
   Quando il file è sul server, lancio il mio programma PHP da qualsiasi browser, su localhost/nomedelmiofile.php, immettendo l'input richiesto del nome salvato del file XML e appare a video la fattura elettronica del mio file. Non è una magia: c'è tantissimo lavoro dietro a tutto questo. Il mio file, mentre emette nel browser l'HTML, la pagina con la fattura, contemporaneamente crea il file PDF, con il quale posso finalmente stampare la fattura con la stampante.

   Siamo partiti dalla vecchia fattura cartacea, per averne una cartacea, dopo un'enorme spreco di risorse umane, di tempo, di denaro!

   Tutto questo in un momento storico in cui le imprese stanno morendo. È sotto gli occhi di tutti lo stato dell'economia, che sta lentamente annegando.
   Sono stato sorteggiato, per la seconda volta, dall'ISTAT che sta svolgendo un'indagine sugli incassi mensili delle imprese. Grazie a questo ennesimo obbligo -esiste obbligo di risposta per le richieste dell'ISTAT-, che viene a gravare sulle mie spalle, in un momento in cui occorrerebbe concentrarsi sul vero mio lavoro e non sul "come accontentare l'esercito dei burocrati", mi sono reso conto che gli incassi mensili sono diminuiti del 25% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente! Devo dire che senza questo ulteriore onere che l'ISTAT mi impone non me ne sarei mai accorto, impegnato come sono a fare il mio lavoro.
   Qualcuno di quegli intelligentoni, con lo stipendio sicuro a fine mese, si rende conto di che cosa significhi per noi che già l'anno scorso facevamo fatica ad arrivare a fine mese?
    È come se noi, trovandoci sul bordo di una piscina e vedendo qualcuno che annaspa e annega, invece di tendergli la mano, lo spingiamo con i piedi per fargli stare la testa sotto la superficie dell'acqua.


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