"Giornalismo è diffondere ciò che qualcuno non vuole che si sappia. Il resto è propaganda."
Horacio Verbitzky

Blog di Giovanni Chifelio

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Riminescenze scolastiche, anticipazioni e nuove profezie.
Martedì 20 marzo 2018

    Nel 1968, anno storico e fatidico, mi iscrissi, dopo consultazioni familiari sull'opportunità di un corso di studi anziché un'altro, all'I.T.I.S. "G.B. Pininfarina", ubicato, come direbbero i miei figli, "in culo ai lupi", ma per rendere l'idea a chi non conosce la mia città, esattamente dalla parte opposta di Torino, Corso Casale, oltre la "Gran Madre", mentre io vivevo a Beinasco, il che mi situava a 6 Km. dall'ingresso alla città, che dovevo poi attraversare tutta! Tranquilli! Non parlerò ancora di terra piatta: camminando in città l'orizzonte non esiste proprio, essendo nascosto da case e palazzi; l'orizzonte è un privilegio riservato a noi "campagnoli".
    Piccola parentesi sui criteri di scelta dell'epoca, per un corso di studi.
   Mio nonno, morto da poco per malattia, aveva fatto il bracciante per tutta la vita. I suoi figli erano tutti "metalmeccanici", dato che vivevamo in una zona che ruotava intorno alla F.I.A.T.: chi non lavorava direttamente alla F.I.A.T., lavorava nell'indotto. Tutto il Piemonte faceva capo a questa logica "metalmeccanica". Anche questa, parola mai più sentita, non più di moda.
    In famiglia dunque, tutti operai, compresa mia mamma, il cui compito di lavoro alla Vetreria di Beinasco, consisteva nel portare, munita di guanti di amianto e paletta, i fanali delle auto, allora di vetro e non di plastica, alla "tempera", un tunnel a tappeto dove i suddetti si raffreddavano lentamente, per essere, appunto, temperati. Allora gli oggetti venivano prodotti con criteri "logici" e non, come oggi, con soli criteri "economici", fatto che ha contribuito all'invasione del mercato da parte delle "cineserie", che durano giusto il tempo che vengano vendute all'utente finale e della plastica, la quale in quei tempi appariva una gradevole novità, ma che ora abbiamo scoperto essere "indistruttibile" ed ha contribuito a creare vere montagne di rifiuti.
    Mia mamma, forse affascinata dal modo in cui vestivano sul lavoro gli impiegati bancari, avrebbe consigliato un istituto tecnico per ragionieri, il che sarebbe stata una scelta logica per i miei criteri, che vado ad esporre, meno logici dei criteri degli adulti, ma pur sempre "razionali". L'unico problema era che io, il lavoro da "ragioniere", lo consideravo "poco maschile", identificandomi in un universo di maschi che lavorano l'acciaio duro, con torni e frese, compresi taluni miei amici già impiegati, esperienza che feci io stesso, lavorando durante le vacanze estiva di quello stesso primo anno, presso l'officina del papà di un mio amico, il quale produceva in serie gli attrezzi in dotazione alle auto F.I.A.T.: punzone, cacciavite (con manico rigorosamente in legno), chiavi. Mio padre invece, lavorava in fonderia, con il compito di formatore in terra: faceva le "anime" da inserire negli stampi per creare le parti cave delle fusioni in ghisa. Lascio immaginare il mio sgomento, quando ancora bambino piccolo, sentivo i discorsi di mio padre che faceva le anime in terra: tutto questo assomigliava da matti alla Genesi dove si dice che "Dio prese l'argilla e creò il corpo dell'uomo". Colpo di scena: pure le anime, che avrebbero dovuto essere "immateriali", erano fatte di terra!
   Dicevo dei miei criteri: la logica avrebbe voluto che scegliessi una scuola frequentata anche dalle ragazze, visto che gli ultimi due anni di scuole medie ero stato dai salesiani, dove eravamo rigorosamente tra maschi, visto che l'unico criterio che interessa un quattordicenne sono le ragazze. Sempre che si possano comprendere fra i "maschi" quei sacerdoti che, confessando un ragazzino 14enne, lo stringevano forte, come se volessero, invece di confessarlo, indurlo a peccati che il ragazzino nemmeno si sognava di commettere. Non con quei preti puzzolenti di sudore e altri umori non lavati da molto tempo.
    Anche un liceo sarebbe stata una scelta coerente per un ragazzo che si applicava abbastanza bene negli studi, anche se un poco indisciplinato. Il liceo non dava sbocchi professionali se non seguito da un corso di laurea, cosa che non si prendeva nemmeno in considerazione. «A venta che dopo it treuvi 'n travai, për de-ne na man!»[1]
    Ma fu il Pinin, come chiamavamo confidenzialmente la scuola con un nome troppo lungo per pronunciarlo per intero. Il Pinin ennesima scuola maschile -nessuna ragazza in quegli anni avrebbe scelto un percorso di studi "maschile"-, dove le ragazze le vedevamo solo nell'intervallo dalle finestre in un cortile confinante, perché eravamo "davvero" nella via, accanto alla scuola per le "Figlie dei Militari".
   Fu il Pinin perché era l'unico istituto tecnico che prometteva una specializzazione in "Telecomunicazioni", un settore in "espansione", come si direbbe oggi. Anche perché avevo amici appassionati di elettronica, che cercavano di trasmettermi la loro passione per resistenze, diodi e transistori; per la costruzione di piccole radioline con mezzi semplici. Tanto il primo biennio era uguale per tutti. Solo al terzo anno si sarebbe dovuta scegliere la specializzazione. Ma nel frattempo il mio universo maschile adulto non era cambiato e fu "meccanica".
   Per anni, feci 4 ore di viaggio al giorno solo per un capriccio iniziale, o un consiglio sbagliato, incentrato sulla parola "Telecomunicazioni". Ma il fatto fu, che capii molto presto, che elettronica ed elettricità non facevano per me: comprendere la corrente alternata costituiva per me uno sforzo titanico, che non sono riuscito a compiere a tutt'oggi. E, ancora oggi, io so che se mi lascio qualcosa alle spalle di incompreso, non posso proseguire nella direzione in cui, quel "qualcosa" risulta essere di vitale importanza.
   Tesla fu davvero un genio, ad inventare una cosa del genere, senza che ancora esistesse!
    Questa lunga prefazione, solo per rimandare all'infinito nel tempo, la cosa che desideravo davvero raccontare, ma di cui mi vergogno un poco.

    Un giorno venne qualcuno in classe durante una caotica ora di "disegno tecnico", forse fu la stessa Preside della scuola, che pochi giorni prima aveva sospeso dal refettorio il mio vicino di banco ed io, per una piccola rissa durante il pasto, denunciata dal bidello, a dirci che era stata istituita la "Giornata europea della scuola". Chi lo avesse voluto, poteva recarsi in un'aula per un tema facoltativo avente per oggetto l'Europa e l'unione europea.
   Forse fu per mettermi in mostra, o per sottrarmi da due ore di noia del "normale calendario scolastico"[2], oppure per evitare il rischio di qualche interrogazione a cui non ero preparato, che alzai la mano per andare a fare il tema della "Giornata europea della scuola". Tanto non influiva sulla valutazione in lettere, c'era un qualche lontano premio, consistente in un viaggio e mi toglieva dalla classe per due ore che, probabilmente, volevo evitare.

    Che cosa scrivere in un tema come quello se non una cosa "retorica" e, come si diceva allora, da "lecchino"?
    Probabilmente fui tanto abile in tal senso, oppure tanto ingenuo, da scrivere proprio quello che i valutatori del tema volevano leggere. Come vorrei avere quel tema fra le mani oggi: sono anni che ci penso. Ricordo che scrissi -ed è questo che mi fa maggiore vergogna- che "non solo, sarebbe stata auspicabile l'unione europea, ma addirittura l'unione di tutto il mondo, auspicando che questo avrebbe eliminato per sempre le guerre". E poiché mi sono deciso a vuotare il sacco, credo che dissi pure che l'umanità avrebbe potuto farlo, unirsi sotto un'unica bandiera mondiale, se fosse stata invasa dagli alieni, esseri extraterrestri, unendosi, appunto, per vincere questa minaccia.
    Perché dico di vergognarmi oggi per aver inneggiato al mondialismo ed alla fine di tutte le guerre?
    È più che evidente che nel '68, ingenuo adolescente con i pruriti di tutti gli adolescenti, non potevo sapere nulla di massonerie e di complotti contro l'umanità. L'idea che veniva servita su un vassoio dorato allora, era che i "capitalisti" erano i nemici dell'uomo "comune", cioè noi, io, la mia famiglia, i "lavoratori", il popolo. Parole di moda allora e desuete oggi. Chi ha mai più sentito parlare di "lotta di classe"?
   Per concludere la vicenda di 50 anni fa, quando vennero a recuperarmi i miei genitori dal campeggio estivo parrocchiale a Ussolo, in alta val Maira, l'ultima cosa che avevo in mente era proprio quel tema di cui ho raccontato. Essi recavano una lettera della Regione Piemonte, o della Provincia, non ricordo bene, in cui mi si comunicava che avrei dovuto recarmi ad una conferenza a Torino, durante la quale mi sarebbero state comunicate, a me ed agli altri vincitori, le modalità di partecipazione ad una gita fra Strasburgo, Lussemburgo e Bruxelles di una settimana, per visitare i luoghi istituzionali dell'Unione Europea.
   Personalmente schivo e timido, avrei voluto declinare, ma, essendo tutto "gratis", a parte "l'argent de poche", alla fine parenti ed amici mi convinsero ad andarci. E fu un bel viaggio!

    Anche se non ricordo le parole esatte del mio tema -sono passati 50 anni!- i concetti sono quelli appena esposti. Il fatto curioso è che potrei passare per profeta, visto quello che sta succedendo e quello che so oggi, dopo aver letto, da allora, molti libri "seri" e altri meno seri. Chi mi legge oggi, se non ha la mia età, difficilmente riesce ad immaginarsi un mondo senza computer e senza internet, per cercare le notizie che servono, per capirci qualche cosa in quello che succede e nei fatti "storici".
    Oggi ci promettono la pace, ma libertà, giustizia ed uguaglianza sono semplicemente sparite dall'orizzonte propagandistico. La sparizione che personalmente mi preoccupa maggiormente è quella della libertà.
   Premetto che in questa epoca dell'inganno, è difficile distinguere i "falsi profeti" da coloro che cercano semplicemente la verità.
    Abbiamo, per esempio, un Biglino che ci racconta la "creazione" dell'uomo biblica, in versione "eugenetica", ad opera di extraterrestri. Stesso "credo" negli "scientology" [3].
   Per come la vedo io, anche se fosse così, il problema della creazione viene soltanto spostato indietro nel tempo. Non riesco proprio a credere, come vorrebbero i creatori di questa nostra cultura, che la complessità della vita, dell'uomo, siano frutti del Chaos il quale, dal Big-Bang iniziale, come vorrebbe la teoria dell'eliocentrismo, ha prodotto, del tutto casualmente l'uomo. Scusate ma questa "bufala" è davvero troppo grossa.
    Abbiamo una massoneria che "spinge" verso la globalizzazione, il NWO sotto un unico governo mondiale.
   Abbiamo una "scienza" sempre più presuntuosa ed arrogante, che assomiglia molto a quello che, nel corso dei miei studi universitari, veniva definito "scientismo", una specie di ortodossia dogmatica, che assomiglia paurosamente ai metodi della chiesa all'epoca dell'inquisizione: al rogo chi dissente dalle direttive generali. Al rogo i genitori che non vogliono "valanghe di vaccinazioni" per i loro esserini indifesi, alla faccia del diritto costituzionale alla libera scelta terapeutica.
   Sembrerebbe che le "profezie" del mio tema del '68, si stiano avverando ad una ad una. Curiosamente sono le stesse cose "profetizzate" da quel medico della conferenza coeva, più o meno, al mio tema, di cui ho già parlato.
   Coloro che dirigono la Matrix in cui siamo costretti a vivere, ci vogliono impauriti e tremebondi, in modo da poter dirigere le nostre menti a chiedere noi stessi la nostra oppressione, la soppressione delle nostre libertà e dei nostri diritti, in nome di una "pace" che loro possono garantirci contro il "pericolo" del momento: la peste aviaria, l'HIV, il terrorista arabo, il morbillo (ma che sarà mai? Lo abbiamo avuto tutti da piccoli) gli extraterrestri. Non sarà che Biglino, in apparente contrasto con la chiesa, visto che prima faceva il traduttore per le Edizioni Paoline, ci sta preparando ad una fasulla invasione aliena, fasulla come, forse, l'eliocentrismo, da cui ci salverà un carismatico gesuita a capo della cristianità, chiedendoci in cambio solo una abdicazione dal nostro libero arbitrio e dalla nostra libertà?

    Leggi un altro racconto legato al Pinin.


Le cose di ogni giorno raccontano segreti
   a chi le sa guardare ed ascoltare.[4]


   Non si tratta soltanto di segreti di falegnami e giardinieri, come nella canzone per bambini. C'è ben altro. Vi posto questa foto, che vuole essere un input a riflettere. Ma mi rendo conto che devo dare un aiutino.

Nella sua orbita durante l'anno, la Terra viene a trovarsi a distanze diverse dal Sole, da un minimo di circa 147 milioni di chilometri (perielio) a un massimo di circa 152 milioni di chilometri (afelio). La distanza media è di 149.597.870,700 km. [5]

   Notate come sventagliano i raggi del sole tra le nuvole?
    Non dovrebbero essere paralleli giungendo da così lontano?
   Il mio libro di testo di Fisica delle scuole superiori mi dice che, un raggio di luce, passando da un corpo ad un'altro di densità diversa, viene deviato di un angolo che è costante. Dunque, raggi paralleli, restano paralleli. [6]
   A meno che...non si tratti di raggi paralleli, ovvero:
   una fonte di luce mooolto più vicina...
   Recentemente ho avuto un confronto in famiglia sull'argomento "rifrazione", suscitata prorio dalla foto precedente. I miei figli ritengono che la rifrazione induca (magicamente, aggiungo io) il fenomeno che, nella fotografia precedente, "sventaglia" i raggi del sole paralleli. Mi citano, appunto la rifrazione e i loro testi scolastici. Può darsi che la scienza ottica, dal 1968 ad oggi sia cambiata. Non lo so. Cercando su internet, che nel 1968 non c'era, ho trovato le stesse leggi di allora:
    i raggi di luce paralleli restano paralleli dopo la stessa rifrazione. Solo i raggi monocromatici hanno angoli di rifrazione "diversi" rispetto ad altri raggi monocromatici di altri colori. Ma, nella foto da me postata, non vi sono fenomeni "arcobaleno", di scissione della luce bianca nei suoi componenti monocromatici, ma soltanto uno sventagliamento di raggi bianchi. Proprio quello che succede con la lampada della cucina appesa sopra il tavolo: i suoi raggi si allargano perché essa è molto vicina a noi seduti a tavola.


    [1]Occorre che ti trovi un lavoro alla fine per darci una mano.
    [2]Di "normale" nel calendario scolastico, non v'era in quei tempi assolutamente nulla, visto che l'orario delle lezioni ci veniva dettato settimana per settimana, quasi che non ci fossero i docenti per le lezioni e che venissero assunti di volta, in volta, secondo le esigenze e le possibilità. Ma, nel caso specifico, evidentemente, il tema concorso cadeva in un giorno noto, oppure era proprio quel giorno.
    [3]Per motivi personali, non ho una spiccata simpatia per "Scientology", ma una verità non può essere meno vera in bocca al nostro nemico. Segnalo questo articolo che personalmente reputo ben fatto e puntualmente riassuntivo degli argomenti chiave a favore di un paradigma diverso dall'eliocentrismo scientista propangadato ad arte.
    [4]Testo di Gianni Rodari, musica di Sergio Endrigo e Luis Bacalov (altri siti danno un Luis Enriquez). Canzone per bambini, che ascoltandola ogni volta che vado a prendere il mio nipotino, mi ha fatto riflettere.
    [5]Tratto da Wikipedia
    [6]Il mondo della FISICA Volume 2: Elettricità e Magnetismo, Ottica, Materia-Energia. di G.Tedone e P.Dominici. Edizioni Cremonese 1968. Pagina 301 e segg.

   

Articolo n.72: temis.php
Sito: chifelio
Tema: 19 - Scritti, racconti, libri
Data: 2018-03-20

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