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Mercoledì 31 agosto 2022 Il mistero della cremazione
Devo ammettere che scrivo di questa cosa sull'onda emotiva della scomparsa di
un carissimo amico. È stata la prima volta che ho assistito ad una "cerimonia" di
addio ad una persona cara, di questo tipo, anche perché solo questo c'è stato. Non una Santa
Messa, non un rito civile come nel caso dello zio Gino, che aveva espressamente voluto così,
solo della cerimonia al tempio crematorio mi sono dovuto contentare per salutare il mio
amico.
Ma non è di questo che volevo parlare: era soltanto uno spunto per fare una premessa che mi
portasse nel cuore del problema. O meglio i problemi, almeno per me. Il problema numero uno
è come sia potuto succedere, in brevissimo tempo, che un culto a noi alieno di affrontare
il problema della morte, abbia potuto attecchire in una cultura dove non era presente e
nessuno si era mai sognato di proporlo dal basso.
L'altro aspetto è che nessuno si pone la domanda di come avvenga tecnicamente in una società
organizzata come la nostra, tutto il procedimento, che è giuridicamente stabilito come debba
avvenire. Che nessuno si ponga la domanda giusta fa parte di un più ampio problema già trattato altrove. Questo aspetto "tecnico"
della cremazione lo tratterei per ultimo, anticipando soltanto che, quando si tratta di un problema
emotivo come la morte, la gente sembrerebbe quasi non voler sapere perché l'aspetto tecnico
di cosa accade alla salma del defunto fa rabbrividire ed orripilare i più e nella cultura dove sono
nato io la parola morte e derivate si evita persino di pronunciarle, usando circonlocuzioni
come «è mancato», «se ne andata», «ci ha lasciati» e così via.
Dato che siamo stati
allevati nel materialismo più becero, almeno nel secolo appena conclusosi, non si
considera, che se l'essere umano non è solo materia allora poco importa che cosa accada
ai corpi dei defunti. Ma è proprio su questo che giocano quelli che hanno potere, che le emozioni
non le sperimentano come noi e sicuramente non considerano con empatia le nostre. Considerano
soltanto razionalmente che cosa giova ai loro piani.
Il problema culturale è l'aspetto principale e introdurre un rito "funebre diverso" in
una tradizione come quella cristiana cattolica, dove questo rito non c'era, richiede un po'
di lavorio da Finestra di Overton, come è occorso per far accettare l'aborto, l'eutanasia
e tanti piccoli cambiamenti puntuali come questo di risolvere il problema dello smaltimento dei
cadaveri dei deceduti. Perché di questo si tratta anche se può sembrare brutale. E siccome va di
moda l'ecologia, è diventato il primo movens di tutto, spacciano la cremazione per
ecologica, cosa che, come vedremo con l'aspetto tecnico non è!
Ho sessantotto anni ed ho assisto a migliaia di funerali dall'infanzia. Appena nell'età scolare ero l'incaricato
a rappresentare la famiglia perché i funerali avvengono in orario di lavoro, quindi nel primo pomeriggio
potevo andarci soltanto io, anche se spesso avrei voluto fare altro. Nei piccoli centri
occorre partecipare a questi eventi, per non essere messi all'indice dalla pubblica opinione.
A quei tempi non c'erano alternative alla tumulazione e all'inumazione. Poi, all'improvviso,
è apparsa la cremazione.
«A tale riguardo ricordiamo che la cremazione, per l'innanzi sempre rigorosamente vietata dalla
Chiesa, è stata ammessa da Paolo VI nel contesto dell'aggiornamento conciliare.»
[1]
Dunque ai tempi di cui vi parlo io, la cremazione era «vietata ai cattolici» ed ora invece
la scelgono quasi tutti. Una delle principali motivazioni che sento in giro è che sia più
igienica ed ecologica, che, come già anticipato non è. Una seconda motivazione è non dover dare disturbo
dopo morti ai discendenti che non devono preoccuparsi di portare i fiori, che fondalmente
si tratta di un disturbo una volta
l'anno in occasione della Festa di Ognissanti il primo di novembre. Dov'è finito il poeta di
«sol chi non lascia eredità di affetti poca gioia ha dell'urna»?
Dove è finito il culto dei morti che ha fatto in modo che la civiltà si sviluppasse ovunque
nel mondo, arrivando fino a noi proprio grazie al culto dei morti, tramandandoci
le opere più belle proprio in relazione a tale culto?
«Per Pratesi il cadavere (anzi la carcassa umana) non è che concime di cui si dà la lista degli
elementi [...] Si scaglia contro le casse da morto (occorre legno per costruirle), contro i cimiteri
("terra iperfertilizzata in cui vegetano crisantemi e cipressi"), contro le lapidi (originano
antiestetiche cave di pietra).
Una soluzione, secondo lui, potrebbe essere questa: "Una bella buca sotto
una quercia in campagna, due palate di terra ed ecco possiamo tornare al ciclo della natura".
Ma questo in mancanza di meglio. [...] "Si potrebbero adoperare i carnai, gli appositi terreni
recintati e sorvegliati impiegati dalle associazioni naturalistiche, come il W.W.F. e la L.I.P.U.
per alimentare i rapaci [...] [2]
Ma non inorridiscano coloro troppo sensibili dall'esitare di pronunciare la parola «morte» in relazione
ai loro cari: ancora non avete sentito nulla, non abbiamo visto che l'infinitesima parte della
punta dell'iceberg:
«Qui, invece, nella "civiltà ecologista e acquariana, non solo questo culto [dei morti] è
cancellato, ma vi è addirittura un meditato programma di dissacrazione e disprezzo verso la salma
che deve ridursi a "escrementi mineralizzati" di avvoltoio o venire inscatolata come
cibo per cani e gatti.
Mai, neppure nei periodi e nei popoli più barbari, si è manifestato qualcosa di simile a questo
odio per l'uomo, un odio così profondo da non arrestarsi neppure di fronte alla morte. Viene alla
mente, a questo riguardo la frase di un altro tra i fondatori del Club di Roma, Eduard Postel:
"il mondo è ammalato di cancro, e
il cancro è l'uomo".
Ora il cancro si elimina e si distrugge con ogni mezzo possibile: non vi è metodo troppo radicale e crudele
per eliminare le malefiche cellule. Chi pensa in questo modo non retrocedrà certamente di fronte a
guerre, epidemie, carestie e quant'altro sia idoneo o comunque utile a sopprimere, cancellandone
perfino l'odioso ricordo, il parassita uomo, deplorevole "refuso", per dirla ancora col Peccei,
del processo evolutivo.[3]
Questo ultimo grassetto è mio. Per rincarare la
dose, che già sarebbe abbastanza rivoltante sapere che diventeremo cibo per i nostri animali
domestici, ne Il Mondo Nuovo di Aldous Huxley, un esponente di una famiglia importante, non certo del
popolo, non certo uno dei suoi Epsilon, con i cadaveri si producono alimenti umani. Tutte queste dotte
citazioni nella speranza di riuscire ancora a scuotere i dormienti che pensano che la società
civile e la cultura imposta dall'alto, dalle èlites sia fondamentalmente buona e filantropica, sì da volere
esclusivamente il nostro bene: questa gente è l'incarnazione del male.
Ma vorrei sopratutto suscitare il dubbio in qualcuno, che, quando gli viene
una idea nuova, sopratutto se si tratta di una idea largamente condivisa, un dubbio che gli faccia
sorgere la domanda se sia una idea nata dentro di lui o lei
e non già frutto di un lento e martellante indottrinamento ottenuto con la ripetizione continua
di concetti imposti, come ne Il Mondo Nuovo di Aldous Huxley, chiamata non a caso
ipnopedia, in quanto somministrata a dei dormienti. Gli avvenimenti da fine 2019
ad oggi offrono tantissimo materiale da sottoporre al vaglio di quel dubbio.
Dunque riassumendo, l'idea della cremazione dei defunti è entrata a far parte del nostro
quotidiano perché qualcuno ha fortemente voluto che questo accadesse. Le innovazioni o
variazioni culturali non partono mai dal basso e nemmeno vi partono le rivoluzioni, non per
il fatto che il cosiddetto basso, il popolo sia composto di minorati, di gente stupida, ma
piuttosto perché le cose non approvate dall'alto vengono soppresse, tenute nascoste, ostacolate.
Occorre dunque sempre diffidare di ciò che viene ampiamente propagandato.
Vorrei ora passare ad una breve disamina dell'aspetto tecnico della cremazione. Esiste volutamente
un alone di mistero quando non di vera e propria cattiva informazione in merito.
Ricordo l'aneddoto di un amico che dichiarava di aver molto vissuto, il quale
conosceva un altro amico suo, addetto alle pompe funebri che gli aveva fatto credere che
la cremazione fosse un processo quasi simile alla produzione di pirogas, che ciascuno può trovare in rete
cosa sia, un procedimento quasi gratuito e poco inquinante. Ma veniamo a qualche informazione reperita
in rete.
Come avviene una cremazione?
Come detto, oggi in Italia è possibile esprimere il desiderio di essere cremati. La cremazione è la pratica
che riduce un corpo in cenere. Le ceneri sono poi riposte in un'urna cineraria. Naturalmente la
legislazione vigente dà precisa indicazione dei tempi e dei modi per eseguire una cremazione, in quanto
nulla può essere lasciato al caso.
La cremazione si esegue presso un forno crematorio. Si tratta di una speciale struttura, che può funzionare
a gas o tramite resistenza elettrica, all'interno della quale il corpo è inserito assieme alla bara.
La temperatura all'interno del forno raggiunge solitamente i 900 gradi circa e l'intera procedura
ha una durata indicativa di due ore. Il forno è provvisto di una finestrella dalla quale l'addetto può
monitorare l'andamento della procedura, e di una piccola presa d'aria, che garantisce il costante
apporto di ossigeno indispensabile per la combustione.
Una volta collocata la bara all'interno del forno, è proprio la bara la prima a bruciare. Segue il corpo.
Bruciano dapprima le parti molli, poi mano a mano tutto il resto. Le ossa sono le ultime, che spesso rimangono
ancora ben presenti sotto forma di frammenti anche al termine della procedura. Terminata la cremazione, le
ceneri sono gestite da un addetto al forno crematorio. Dapprima con una calamita egli elimina eventuali
residui metallici (protesi o altro); poi, procede a ridurre in cenere eventuali residui ossei. Infine, dispone
il tutto nell'urna cineraria.
Ecco spiegato in breve come avviene una cremazione. L'intera procedura avviene dopo il funerale.
I parenti del defunto non sono ammessi a prendervi parte.
[4]
Da fornaio che ha dovuto per tutta la vita pagare fior di bollette per il riscaldamento di un
forno che lavorava a regime di 200-230° C., già il sentire parlare di temperature di 900° C.
mi fa venire i brividi, non di freddo ma di ansia, pensando alle bollette. Comincio ad avere qualche dubbio
sulla "ecologia" di questa pratica funeraria. Cosa che ho sempre detto pur non conoscendo
questi dettagli. È del tutto intuitivo che per ridurre in cenere un corpo di circa 70 chilogrammi,
composto per la maggior parte di acqua, occorre una grande quantità, una quantità spropositata
di energia.
Ma vediamo un'altra descrizione da altra fonte. Attenzione qui si indicano temperature in gradi
Fahrenheit, ma si tratta grosso modo della stessa temperatura indicata prima.
Il processo di cremazione:
In passato, le ceneri umane venivano create bruciando il corpo di un defunto su una pira funeraria di
legno esposta. Il processo di cremazione si è evoluto notevolmente nel corso dei secoli, tuttavia, e
oggi le ceneri umane vengono create utilizzando un processo più avanzato. Il moderno processo di
cremazione utilizza forni grandi e ad alta potenza chiamati crematori che si trovano nei crematori e
sono alimentati da gas o propano che genera un fuoco che raggiunge una temperatura di circa 1500-1900 ° F.
Il calore bruciante è sostenuto all'interno della storta (camera di cremazione) a causa del suo spesso
isolamento, che tipicamente coinvolge mattoni refrattari resistenti al calore. Anche il pavimento è
realizzato con materiali in muratura molto specializzati, progettati per resistere all'esposizione alle alte
temperature. I crematori moderni hanno una serie di controlli digitali che consentono agli addetti di
monitorare il processo di cremazione e di essere immediatamente consapevoli di eventuali fluttuazioni
di temperatura che potrebbero interrompere il processo di cremazione.
Per legge, il corpo del defunto viene deposto in un contenitore come una scatola di cartone o speciali
cofanetti noti come contenitori alternativi prima della cremazione. L'uso di un contenitore alternativo
aggiungerà dignità alla famiglia o alla visione pubblica del defunto che potrebbe aver luogo prima
della cremazione. Questi cofanetti per cremazione alternativi sono progettati per cremare rapidamente e
completamente lasciando poca cenere residua. Il corpo umano è composto principalmente da acqua, carbonio
e ossa. Quando posto nella storta, l'alta temperatura del fuoco vaporizza efficacemente tutta la materia
organica (tessuti, organi, ecc.) Nel corpo attraverso la vaporizzazione e l'ossidazione. Inoltre fa evaporare
tutta l'acqua del corpo. I gas (in gran parte formano carbonio e zolfo) e il vapore acqueo vengono rilasciati
attraverso il sistema di scarico del forno. In genere, gli unici resti dopo il completamento del processo di
cremazione sono i frammenti dell'osso. Il tempo necessario per il processo di cremazione varierà a seconda
dell'intensità del calore del particolare crematore utilizzato e delle dimensioni del corpo. In genere,
il processo di cremazione varia da due a due ore e mezza.
Al termine del processo di cremazione, i frammenti ossei vengono lasciati raffreddare per un periodo
(solitamente da 30 minuti a un'ora) prima di essere spazzato fuori dalla storta e passato attraverso
un campo magnetico per estrarre eventuali pezzi di metallo persistenti che rimangono (come otturazioni
di denti o impianti chirurgici o parti di bara). I pacemaker devono essere rimossi prima della cremazione
perché possono essere esplosivi. I frammenti vengono poi lavorati a mano o tramite l'utilizzo di una speciale
macchina che li frantuma riducendoli a sabbia densa come cenere.
[5]
Il testo citato, che non brilla per la correttezza del linguaggio, mette l'accento su un dubbio che ho sempre
avuto: «Che niente, niente, ahumma, ahumma, le bare vendute alla famiglia del deceduto vengono recuperate
e rivendute ad altri e poi rivendute ad altri ancora...all'infinito?». Se così fosse allora si comincia
a profilare un pochino di ecologia attraverso il riciclaggio. Peccato che le famiglie dei defunti non
partecipino dei benfici economici di tale riciclaggio, noleggiando soltanto le bare invece di comprarle
ogni volta.
Ma mette l'accento anche su un altro problema abbastanza importante economicamente. Nel forno da pane
si cerca di sfruttare al massimo l'inerzia termica del forno facendoci cuocere un maggior numero di
prodotti possibile, profittando della temperatura raggiunta.
Nei forni crematorî è gioco forza scaldare ogni volta
da temperatura ambiente a temperatura di regime, perché tra un procedimento ed il successivo il
crematorio deve essere ripulito per legge. Le ceneri di un defunto non devono essere mischiate con quelle
di un altro. Tutto questo non può essere fatto da automatismi, almeno credo,
ma da esseri umani che, mi si passi l'espressione,
svolgono un lavoro di merda, pur con tutte le precauzioni che si possono prendere per proteggere le
vie respiratorie dalla cenere (avete mai pulito una stufa o una caldaia a legna?), non si può
certo pretendere che svolgano le operazioni a temperatura di regime per accelerare il processo
di cremazioni multiple. Ne Il Mondo Nuovo di Aldous Huxley i lavori umili venivano svolti
da individui Epsilon, l'ultima casta degli umani, che veniva selezionata e condizionata per lavori
di questo tipo. Si cita spesso 1984 di George Orwell, ma il libro di Huxley è molto più
indicativo del tipo di società che hanno pensato per noi ed alla quale ci stanno conducendo, di
finestra in finestra di Overton!
Chiusa la divagazione, quello che volevo far notare era che la maggior parte dell'energia serve a
portare i forni in temperatura e non tanto a mantenerceli, una volta raggiunta la temperatura di regime.
Nemmeno se si facesse cremazione a ciclo continuo, con svuotamento automatico delle ceneri il procedimento
sarebbe ecologicamente conveniente, figuriamoci così, dovendo rispondere alle leggi di polizia
mortuaria che potete cercare da voi stessi.
Infine c'è il problema dei fumi e degli odori. Intanto la prima cosa che ho notato a Piscina, ma
suppongo sia così ovunque, non si vedono camini altissimi, sembrano nascosti e si intravedono solo
nelle riprese dall'elicottero del tempio crematorio. E quando sei lì fuori in attesa non si sentono
odori tipici da rosticceria. Niente del tutto. Eppure i forni del pane (e le rosticcerie) si
individuano a naso da lontano.
Concludendo, questa faccenda della cremazione che viene a sostituire le nostre tradizioni culturali
cattoliche, pur con la connivenza delle autorità della Chiesa, altro non è che l'ennesimo attacco
alla dignità dell'uomo creato da Dio a sua immagine e somiglianza, alla sua centralità nel Creato,
assieme allo spostamento di baricentro culturale dell'eliocentrismo e, nello stesso tempo un
attacco alla Chiesa, ormai invasa dall'interno dal nemico di sempre. Questa è una lotta cruciale del
Bene contro il male, la cui vittoria è scontata, ma che richiede il nostro schieramento dalla
parte giusta. Non possiamo tenere il piede in due staffe ne' servire due padroni.
Ma, al di là dell'imposizione culturale del nuovo su una tradizione esistente (ci tolgono
il tappeto culturale da sotto i piedi e lo sostituiscono con un altro, senza che nemmeno ce ne accorgiamo),
esiste anche un significato esoterico nascosto della cremazione. Esso è insito nel significato
di una parola abusata, tanto che ne abbiamo perso il senso. La parola è "olocausto",
ossia "sacrificio bruciato offerto a Dio" (il loro "dio"). Teatralmente applicata
dai seguaci di Hitler (domandiamoci con quali finanziamenti ha potuto fare quello che ha fatto),
ma anche nella Bibbia (al di là delle elucubrazioni olfattive di Biglino), per i cattolici
significa la perdita di ogni speranza. Il cattolico dovrebbe
credere nella resurrezione dei morti alla fine dei tempi, ma se i corpi dei morti non ci sono più...
Oltre al danno la beffa!
Inoltre, già così noi del popolo ricordavamo a mala pena i nostri nonni, almeno per
coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerli, se non esisterà più un luogo dove saranno
custodite le salme dei nostri cari, non sapremo da dove veniamo ne' chi siamo.
Vi abbraccio tutte e tutti.
Vi voglio bene.
Claudio.
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venduta a scopo commerciale ne' pubblicata.
Ricordo brevemente le regole base di qualsiasi blog: Niente insulti e volgarità (verranno cancellati commenti di questo tipo!).
Scrivere è esternare il proprio pensiero agli altri, al di là del tempo e dello spazio che ci separano.
Il pensiero non è un prodotto finito, ma un processo in divenire, sempre incompiuto e perfettibile.
Scrivere è un contributo a migliorare questo nostro Mondo.
Pensare un mondo migliore è un atto d'amore verso gli altri.
Pensare in tanti un mondo migliore è già un 50% della sua realizzazione.
Giovanni
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